Il mirabile segno del presepe è come un Vangelo vivo che trabocca dalle pagine della Sacra Scrittura e suscita sempre stupore e meraviglia
(Cfr. Lettera Apostolica di Papa Francesco, Admirabile signum n. 1). Il presepe fa parte integrante dello spazio liturgico e non è un elemento ornamentale perchè è innestato nella celebrazione eucaristica. Per questo i giovani della parrocchia hanno allestito un presepe al centro del presbiterio esprimendone il significato teologico e spirituale. Il Natale è un fatto di Dio che assume la storia umana ed è per questo che il manto stellato della Madonna, di colore celeste e dorato, i colori che simboleggiano la sfera divina, riflette il cielo di Dio e diviene la culla che accoglie il Verbo di Dio che si è abbreviato nel grembo di Maria e viene ad abitare in mezzo a noi e a nascere in noi. Il Verbum abbreviatum, la Parola di Dio che per secoli si è distesa lungo la storia degli uomini, che si è annunciata tramite i profeti e i patriarchi della storia d’Israele, si abbrevia nella persona del Bimbo di Betlemme. I colori tipici simbolici del Natale si mescolano insieme, il rosso simbolo dell’umanità, il celeste simbolo della divinità e il bianco simbolo della verginità. Il Verbum Humilis è adagiato sulla paglia in una mangiatoia che per questo diventa un trono e ci dice che nel Natale cielo e terra, ricchezza divina e povertà umana, santità e miseria, si intrecciano. In basso ci sono due figure di pastori, uno anziano e l’altro giovane che simboleggiano l’antico e il nuovo testamento che riconducono al mistero dell’incarnazione che unisce la nascita di Gesù alla sua Pasqua, attraverso l’Agnello cantato nell’inno di gloria, che si trova nel libro aperto del graduale: «Signore, Figlio Unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica», abbi pietà di noi, dona a noi la pace. Il simbolismo pasquale dell’agnello, è simbolo della sua vocazione ad essere Colui che deve salvare il genere umano, come significato nel nome Gesù «Dio salva». Nel Natale, come dice Papa Francesco, “Dio viene a unirsi a noi, perché anche noi possiamo unirci a Lui” (ibidem), per questo dobbiamo incontrarci col Bimbo di Betlemme, e portargli in dono la nostra umanità, le nostre difficoltà e le nostre debolezze, augurando di fare l’esperienza dell’incontro con Colui che è venuto ad incontrarci, l’Emmanuele, Dio con noi.